Preferred Citation: Rosand, Ellen. Opera in Seventeenth-Century Venice: The Creation of a Genre. Berkeley:  University of California Press,  c1991 1991. http://ark.cdlib.org/ark:/13030/ft3199n7sm/


 

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Hannover, Staatsarchiv:
Aktes-Korrespondenzen italienischer Kardinäle und anderer Personen, besonders Italiener an Herzog Johann Friedrich

1. FRANCESCO MASSI , 13 DECEMBER 1669 (Cal. Br. 22, vol. 4, no. 627, f. 152)

Devo dar parte a V.S. di haver visitato il povero Sig Aurelio nostro quale, dopo la sua malatia che lo condusse all'estremo, è rimasto come un cadavere, affatto distrutto. Iddio ha voluto preservarlo per il bene di quelle sue povere creature, casa povera di fortune, et hora affatto caduta in miseria. Stimerei atto degno della Pietà di V.S. il farli qualche pietosa rimostratione per sostenerli.

2. PIETRO DOLFIN , 26 DECEMBER 1669 (vol. 2, no. 625, f. 405)

Come là ben nota impareggiabile generosità di V. A. S. m'hà impedito pubblicamente dedicar la mia Ermengarda alla sua autorevol protettione cosi l'humilissima riverenza mia mi ha prohibito appogiarla ad alcun' altra persona mentre non ha chi può guidarmi nel mondo, che l'A.V. Sua. Se nelle stampe però non ho fatto spiccar il suo nome resta ben impresso nel mio core divoto, col quale non ho mancato di presentargliela com'hora pur faccio, . . . [solazione]. Riceveti adunque il Drama per l'A.V. e per la Sigra sua, qual è certo riuscito con grande applauso non per la debbolezza della compositione poetica, mà per la dolcissima musica del Sigr Sartorio, comendata al più alto segno da tutti, e per la [presenza?] della mia nova cantatrice, che non da loco a S. Gio e Paolo.

3. MASSI , 20 AUGUST 1670 (vol. 4, no. 627, f. 196)

Questa nobilissima sfera [di donne] riceve mirabile adornamento dalla Bellissima Giovinetta Cantatrice che esso Sig Pietro [Dolfin] tiene presso di se; la quale fatta eccellente dal continuato studio e dalla sonorissima voce è però l'idolo amato dello stesso Sig. Pietro, che ne vive a meraviglia geloso; a questa, già pose l'occhio addosso quel caro concupissibile lupatto del nostro Sig. Nicola; mail Sig. Pietro, che è formica, non Io vuole d'intorno. Accortosi di ciò il Sig. Nicola, per far dispetto al Sig. Pietro nello stesso tempo che questo componeva il Dramma per San Zuanne, e Polo, si è messo lui a rintracciare l'occasione di intrudersi in quel Theatro, et ha fatto tanto, che si ha fatto dar parola di esser insomma lui il melodrammatico per quest'anno. Il Sig Pietro che già haveva composto il Dramma non si è cavato, ha ceduto questa Bizzarria al Sig. Nicola; quale, presso li Sig. Grimani ha fatto tanto, che sia restato con uffici impegnato il Sig. Pietro a dar, tra gl'altri famosissimi Virtuosi, e virtuose, anco la sua dolcissima, onde il Sig. Nicola, vive hora a bocca dolce di dover pure con questo artificio pascer nel teatro la vista, e d'insinuarsi se le potesse venir fatta. Ma altro e tanto accorto l'altro, che già vede la furberia amorosa, si è premunito coll'animo deliberato, di non lasciar il suo bene, nè meno per un momento; onde se V.A.S. sarà a Venetia per questo Carnevale, potrà godere di trovarsi spettatore di due drammi ad un tempo, l'uno in musica, e l'altro in prosa, l'uno coll'attione delli giuochi Pantomimi alla muta, e l'altro con le note, e con le voci. Così di Barzelletta in Barzelletta haverà doppio godimento, in vedere nell'una rappresentare i finti, e nell'altra, i veri amori.

4. DOLFIN , 19 DECEMBER 1670 [1671] (vol. 2, no. 625, ff. 409-10)

Mancandomi di quà l'occasioni tutte di dimostrare all'A.V.S. l'Illma mia oservanza, prendo questa picciola congiuntura di trasmettere alla sua gran bontà le due opere, che sin hora si van rappresentando l'anno corrente. Dalle medesme intenderà la loro essenza, quale pare a me poco buona sebben questa da S. Luca riesce bene et la altra ha dato un crolo che se la copia d'esquisiti Cantanti non la sostentasse si sarebbe sin hora chiuso il Teatro, ne all'A.V.S. scrivo le distinte informationi dell'una e dell'altra parte, per non portargli soverchio il disturbo, già tutto havendo significato al Sig. Antonio Sartorio suo Mastro di Cappella. Replicherò solo ciò ch'à lui scrissi. Quanto alli due virtuosi di Costà, che Vicentino si fa gran honore, mà che il povero Mutio ha una parte così contraria alla sua attitudine (facendo quella d'Ercole) che non pub far spiccare la sua virtù. Viene però somamente lodato il suo Canto, et nella ventura opera certo vien detto


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ch'egli spiccherà grandemente. La putta di mia casa fail dio caduto, ottima riuscita se ben anch'essa ha una parte per lei non propria.

5. MASSI , 26 DECEMBER 1670 (vol. 4, no. 627, f. 224)

Nel Teatro di S. Zuanipolo è cascata la prima opera ciòè è restata senza concorso; et ivi hanno rimessa insieme la Dori, quella bell'opera tanto applaudita, dove Giulia Romana faceva sentire meraviglie, quale riproduce hello stesso teatro con più zucchari, e con più Netare che non fece nelle prime scene.

6. MASSI , 6 FEBRUARY 1671 (vol. 4, no. 627, f. 227)

L'opera del Sig. Nicola [Heraclio ] è cosi bella, che non satia mai. Tale è il concetto che se ne forma, che il Sig. Nicola si è Deificato in quel Teatro, dove, se lui non dirà, niente sarà fatto per l'avvenire, e se lui inventerà nuovi mondi di esquisitezze, concorreranno tutti per ammirarlo; non trovandosi veramente sogetto che lo pareggi nell'Inventione, nella magnificenza, e nella Piramide del suo Ingegno.

7. DOLFIN , 15 APRIL 1672 (vol. 2, no. 625, f. 420)

Et se ciò credessi, o almeno sperassi, vorrei stimolar alla recita d'opere in S. Salvatore molti che hanno intentione di formar nova Compagnia quando potessero havere il Sig. Antonio Suo Maestro di Cappella. Non solo per la di lui ben esperimentata virtù, ma perch'egli tiene il potere d'accordo de' Principi di Baviera e del Formenti, quali si dichiarano, che se il detto facesse la musica sarebbero infa[llibilmente?] del partito suo . . . . Anche Giulia si potrebbe havere, non fermata da Grimani, anzi come licentiata havendo scritto per Tonina, Ciecolino, e di già in parola col Sig Vend[rami]no. Lucretia sua humilissima serva in tal caso sarebbe put del partito.

8. MASSI , 9 DECEMBER 1672 (vol. 4, no. 627, f. 271)

Si vanno preparando li Teatri delle opere, conforme al solito . . . è venuta la solita sirena del Tevere Sig. Giulia per far languire il Teatro Grimano colle sue dolcissime tenerezze; si è detto che sia per venir Ciecolino, ma non si vede ancora comparire.

9. MASSI , 16 DECEMBER 1672 (vol. 4, no. 627, f. 273v )

Già si è aperto il Teatro di S. Luca, dove già due volte si è recitata l'opera intitolata l'Orfeo, dramma dell' Aurelij, e musica del valoroso Sig. Sartorio, Maestro di Cappella di V.A. S. Li Drammatici principali sono li virtuosi di V.A.S. molto applauditi, e particolarmente il baritono, lodato anco dalla Piramide [Beregan], se bene è il mecennate di San Zuanepolo, assai lo loda, e vi è la cantatrice romana detta Tonina [Antonia Coresi]: di voce meravigliosa esquisita, furba, et attrattiva per esser Romana, mà di maniera non arriva all'altra detta la Dori [Giulia Masotti], stimata però valorosa; et il Sig. Nicola [Beregan], se bene è Giuliano, mutarebbe volontieri casaccha, perche questa Tonina è più buona robba, et ha più amabil volto, e più belle sembianze; pit brillo, e più succho, et anco più flessibile; dice però esserne padrone, e gode in se stesso; l'opera è ben galante, più Pastorale, che cosa Heroica. Ha grandissimo concorso, perche è la prima, che sodisfa nel bel principio. Hor là, concorrono tutti i soli[ti], et in pomposa mostra riempino i Palchi.

10. DOLFIN , 23 DECEMBER 1672 (vol. 2, no. 625, ff. 436v -37v )

Sappi adunque come mirabile riesce sin hora la musica del Sigr . Ant. [Sartorio]. Li musici di V.A. l'uno piaciuto in estremo da moltissimi: più del Torto Fusai, et è il Baritono. L'altro pur piaciuto, et da mè stimato il meglio di ogni altro soprano per la maniera seben debbolissima di voce anco minorata doppo l'arrivo in Venetia. L'opera intitolata l'Orfeo dell'Aureli (che da mè sarà il primo ordinario all'A.V. trasmessa) pessima, gl'altri musici ascoltabili, Tonina Divina,


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così che la Pia peggiorata anco nella crudezza della voce dall'anno passato in quà non fa figura alcuna. Scene, et Abbiti pur ordinarii, et priva di ogn'altra curiosità, che dell'accennate. Ma che dirà l'A. V. quando sentirà un altra curiosa novella a publica gloria del suo sire. Antonio Sartorio, Sappi che doppo esser stata composta in musica la 2a opera dal valoroso acreditatissimo Cavalli, per non piacer la medesima alle prove, per esser quella mancante di briose ariette l'ha tolta al medmo Cavalli e data dà riffare al Sartorio, quale doppo haver fatto passare col mio consiglio complimentoso ufficialmente col detto l'hà doppo gl'avisi delle sue benigne grazie presa, et hoggi darà principio à comporla con tanto suo honore, et utile ancora, quanto l'A.V. potra argomentare. . . . Lucretia poi che per le grazie dalla sua generosità ricevute può ardire di porsi anch'ella in questo numero, non reciterà quest'anno per quanto si crede sin hora, mentre ricercata (come dal A.V.S. in altra mia significai) dà gl'Ecc Vend[rami]no & Molino per la 2da opera havendogliel'io concessa con la riserva di voler ceder per la parte destinatogli questa osservata da me per inferiore à quelle dà le sostenute benche debbolmente: negl'anni passati, io non hò voluto, che reciti, onde in suo loco ho fermato la putta protetta dall'Ecc. Sigr Leonardo Loredano, quale per quello che s'è pubblicato doppo esser stata sentita da gl'interessati, e da altri, non si può sentire; onde dà una parte temendo, chè col pomo guasto rovini gl'altri buoni, dall'altra temendo di disgustar il Prottettore non sa, che fare gl'interessati medesimi, et io quest'anno godo fuori d'ogn'altro impiccio, che di quello che potesse apportarmi qualche torto che venisse [inperito à sen di V.A. quale non posso sin hora prevedere, ne credo possa succedere. Al S. Giovanni e Paolo pur son confusi per la ondata conseguita di quest'anno, non havendo d'esquisito che Giulia.

11. DOLFIN , 30 DECEMBER 1672 (vol. 2, no. 625, f. 439)

a. Io non glie l'hò voluta concedere, dicendogli che se l'havev negata à quegli di S. Luca per la parte non di mia sodisfatione non era di dovere, ch'io la concedessi à loro, come si suol dir per stroppa buco per imparar la parte in due giorni è stata adunque fortunata a non esser con quei straccioni.

b. È capitato il Sig. Ant. Rivani detto Ciecolino, che volontariamente è venuto à recitare nella 2da opera credo partito dalla Maestà dell'Imperatrice con molta sodisfattione della medesima al solito della sua impertinenza.

c. À S. Gio. Paolo hà dato cativo augurio a buoni successi che potessero li Sig. Grimani sperare la morte del povero Gio. Ant. Borretti maestro della musica di detta opera, ben conosciuto dall' A.V. et che sicuramente dalla sua bontà compatito, spirò ieri doppo quindici giorni di male perche la sua opera andasse in Scena, onde se la medesima [Domitiano ] formava l'esequie alla sua morte non poteva che riuscir funesta. Riceverà l'A.V. li due libretti, che con la presente gli trasmetto, come farò pure degli altri due dell'opere seconde con le distinte notitie d'ogni successo, eta buon conto. Le giuro, che s'imortala il Sig. Ant. [Sartorio] per la benignità di V.A. quest'Anno, mentre il marito della Sigra Tonina mi hà questa mattina detto esser meravigliosa la parte del primo atto data alla medma della seconda opera [Massenzio ] e può dir di restar solo in materia di compor opere hor ch'è morto il povero Borretti certo in tal facenda esquisito.

12. MASSI , 30 DECEMBER 1672 (vol. 4, no. 627, f. 266v )

Il Teatro Grimano non riesce con applauso per altro rispetto che Sig. Giulia, e per le scene, lo vince quello di San Luca, ne l'uno ne l'altro molto a proposito, perche mancano le due colonette dell'anno passato; la Sigra Lucretia, et il castratino Lassi. Anco a San Moise si fa opera in musica, e non si fa pagare alle porte, ma dispensano bollettini; chi ha palco proprio, non paga manco all'entrare, et è accomodato di quattro bollettini per goder nel suo palco quattro amici cosi gratis; e quelli che non hanno il palco pagano li bollettini, et il palco se lo vogliono.

13. NICOLÀ BEREGAN , 30 DECEMBER 1672 (vol. 1, no. 624, ff. 172-73)

Hieri sera li 30 Xre fù dato principio all'Opera di S. Gio. e Paolo intitolata il Domitiano del Noris la quale veramente è posta superbamente in scena con bellissime rappresentanze ma cosi


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povera di cantanti che fa compassione e fuori della Signora Giulia non hanno soggetti che la cantino, à talé stato sono ridotte l'opere di Venetia. è vero che quelli di S Lucca non ostante un'opera stracciata dell'Aureli intitolata l'Orfeo per havere huomeni migliori trionferanno à confusione de S. Gio. Polisti. . . . La Lucretia del nostro S. Pietro Dolfino ricercata ultimamente dalli Sig Grimani non hà prudente[mente] voluto recitare, sapendo, che con una compagnia di tal [carico?] poco poteano riuscire le cose.

14. MASSI , 8 JANUARY 1673 (vol. 4, no. 627, f. 520v )

È riuscita molto piacevole l'opera di San Moise, e vi è stata assai genre, massime per il vantaggio che non si paga alle Porte; e per questo sarà quest'anno il più frequentato di tutti gli altri Theatri.

15. MASSI , 13 JANUARY 1673 (vol. 4, no. 627, f. 493)

Qua non corrono novità. San Moise ha grandissimo concorso, e ne penuriano gl'altri theatri. È arrivato qua Cecolino, ma tardi per recitare. Ho inteso che è stato da V.A.S. Procurerò di vederlo.

16. DOLFIN , 20 JANUARY 1672 [1673] (vol. 2, no. 625, ff. 440v -41)

a. Questa sera farà l'ultima recita della prima opera al S. Luca, et mercordi si darà principio alla 2da che mirabile riuscirà per la musica del Sig. Sartorio composta in così breve tempo. Li musici suoi continuano poi con l'universale applauso, et il Gratianini estraordinario piace così che nella 2a opera fà la prima parte mentre prende il titolo dal suo nome Ciecolino poi che per quant'egli afferma (et si va scorgendo veridici i suoi detti) non è partito con disgratia, ma di sotisfatione di Sua Maestà, stà così bene in voce, che estraordinariamente darà nel genio. La Putta dell'Ecc. Sig. Leonardo Loredano, ch'à forza di Broglio, non havendo io voluto, che reciti Lucretia, è stata presa per la 3a parte, riesce insoportabile.

b. Anco à S. Moisè si faun opera, senz'altra spesa che quella del Palco, mà è tanto poco di buono, che più d'una volta non torna il conto di vederla, e pur questa hà l'applauso, et è sempre ripieno il Teatro.

17. MASSI , 27 JANUARY 1672 [1673] (vol. 2, no. 625, f. 442)

Dopo l'andata in scena dell'opera di S. Gio. e Paolo ha certo accumulato concetto l'Orfeo di S. Luca, così ch'a tutta la Città è riuscita dispiacevole la fermata di quello per far la seconda quale ancoche riesca bene son sicuro che bisognarà tornar a fare per un paio di volte per sodisfar l'utile. L'Orfeo mentre sebben l'opera era Aureliana, haveva però qualche buona scena et la musica haveva modo di spiccare tra tante belle ariette. Dimani sera si darà principio alla nuova [Massenzio ], et io non manco di trasmetterla all'A.V., pregandola compatirmi se non le mando questa ne l'altre legata per haver havuto anco gran fattica a poter far acquisto alle tre di questa notte dell'acclusa come la prima che sia uscita dalla mano dello stampatore. Io non posso dargli relatione alcuna di questo per non haver mai voluto veder, nemmeno una prova, et per la compositione, l'A.V.S. havrà sotto l'occhio la medesima da farne più prudente giuditio. Per quel poco ch'ho letto ho trovato che nel voler adornar il Drama ha il Poeta piantata una selva di Eruditioni così folta, ch'ha oscurata la compositione, et perdendosi il gusto ha nella povertà degl'accidenti durato fattica ad uscirne il bene. Tant'è non mi formalizzo su l'opinione mia, ma venerdi prossimo gliene portarò le più certe notitie dall'esito delle recite.

18. DOLFIN , 3 FEBRUARY 1673 (vol. 2, no. 625, f. 444)

Servirà la presente per semplice informatione dell'opera di S. Luca et de servitori di V.A.S. La medesima adunque riesce mirabile, per due capi. L'uno per la musica bella bellissima et meravigliosa, per esser stata composta in tredici giorni in loco del altra dello stesso Maestro, et meglio ancora della prima. Onde in parola d'honore e con la mia solita ingenuità le giuro che ha


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obbligatione il Sartorio all'A. S. della vita stessa havendolo con il suo benigno bene placito reso nella fama imortale, et unico, non havendo certo chi l'uguagli, per detto universale. L'altro capo è l'esquisitezza de musici, tra quali il suo Sire Gratianino spicca meravigliosamente bene cosi che mi ha fatto risvegliar la vena per haverlo una volta in una mia opera. . . che in cinque giorni ho fatto un atto della medesima.

19. MASSI , 24 FEBRUARY 1673 (vol. 4, no. 627, f. 435v )

A quest'hora ho dato l'ordine diretto al Sag. Daniel, che siino pagati li due Palchi di V. A. S. a San Samuele, et a San Zuanepolo; e sta bene l'esser pontuali a pagarli, perche non resti un minimo attaccho, o pretesto da metterci in continguenza di qual che lite. Che mano in mano farò che siino pagati anchor quelli di San Moise, e di San Cassano, et io conservo le ricevute dell'ordini della sudetti pagamenti.

20. MASSI , [ . . . ] 1673 (vol. 2, no. 625, fl. 456-57)

Questa volta si, ch'io spero d'haver resa ben servita L.A.V. Ill.ma et nell'ordine et nel merito nell'acquisto fattogli fare del più bel palco, non solo, che sia nel Teatro di S. Salvatore, mà che sia in Venetia, e per dir il vero, con quelli cautioni più aggiustate, che mai si possa praticare. . . . Non col palco dunque ma una stanza haverà su la scena essendomi riuscito l'intento di preventare anco l'altro da V.A.S. nel contiguo all'acquistato, et sicome non più di cento scudi d'Argento volevo dargli del palco sudetto acquistato cosi col'ottenimento in concambio dell'altro vicino mi sono (mediante l'autorità dall'A. V. benignamente inpartitami) presa la risolutione di promettergli cinquanta doble, e venti se di quel sporcheccio da S. Cassiano ha dato cent'e cinquanta d.ti questo ne dovrebbe valere più d'altre tante. Se la Serniss . adunque verrà à goder col Carnovale Venturo havrà sicuro addatato alla sua grandezza. Perche però sarebbe troppo osservabile, e mal inteso, il lasciar palco cosi cospicuo senze esser foderato di polite tavole, con tutte le sue ablutie, e pertinentie, io glielo farò aquisitare. . . . L'affitanza, che tiene A.V. per il palco di S. Cassiano non hà nessuna imaginabile sicurezza, così, che se quest'anno, ò l'altro tempo si facesse opera, andarebbe il medmo disfatto, senza restitutione del donativo.

21. MASSI , 10 FEBRUARY 1673 (vol. 4, no. 627, f. 487)

Qua il carnevale è passato bene, e San Luca ha portato il vanto della Theatri. Li Sag. Grimani hanno descapitato L. 3000: e per compimento di questo infortunio, in sul meglio, è stata sbarrata una archibugiata ad un Musico recitante di quel Theatro, et è restato mortalmente colpito in Gondola, mentre esso era nella medema con quattro, o cinque altri Musica. Li virtuosi modesti di V.A.S. si sono portati valorosamente, e sono vittoriosi. In questi pochi giorni che restano del Carnevale, col la severità, e bellezza del tempo si vedono Mascare a diluvio, et è la Piazza piena di Paradisi. Il Sag. Nicola vanta di essersi provisto di una Dea caduta apposta dal terzo giro per lui. Mi sono informato, et ho saputo, che è una pettegola petaiizza piena di mal francese.

22. MASSI , 20 OCTOBER 1673 (vol. 4, no. 627, ff. 423-24v )

a. Quà si comincia a lavorare nelli Teatri per l'ammanimento delle opere. Ho veduto questa matina aperto il Teatro Grimano. E arrivata quà una Cantatrice romana famosa nominata Orsola. E bella e questo basti a persuadersi che la faccia subito il concorso delli più famosi Grifoni Cantalordini. E poi soavissima, e condisce si bene la conversatione, che fà crescere appetito sopra appetito; si vede che fa egregiamente il Mestiere di Cantatrice Zitellotta romana; Parla, canta, racconta, moteggia, fà vezzi colla bochetta, cava quella anco fuori il linguino mostrando con esso di rinfrescarsi il labro afaticato da tanta armonia che esce da quella bella boccha. E furba come un Diavolo; piena di sucho, tutta brio, presta come una Dondola; ha bella taglia, belissima fronte, occhi neri, sempre ridenti; Già dissi della boccha: bel seno, bellissima mano, e ignuda deve essere a meraviglia gentile. Il Sag. Marchese Rangoni, con tutto che ha una cantatrice famosa tutta sua, in Casa sua, che è l'anima sua; Con tutto ciò, è caduto tra i lacci della bella Romana; la frequenta


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giorno, e notte; la serve, la assiste, e non può simular che l'ama. Quel che si sia del cuore del suo più domestico caro pene, V.A.S. può considerarlo, basta a dire che son femine; la Donzella Rangoni si diede a i pianti amari per ammollire al represo il cuore del Marchese; lui, e tenerissimo, fù visto a consolarla con protestar di esser suo in ogni modo, non ostante le Cortesie che sentiva di fare alla Romana; levi l'amaro della Donzella; ma ritornata nella solita Gelosia,

b. haveva risoluto di non cantar mai più, quando pur stimolata da gl'amici del marchese in piena conversatione prese a cantar un lamento, giusto giusto tagliato al suo dosso, bellissima poesia e musica perfettissima. Hor chi non vede quella scena non sà, che cosa e trasformarsi per il canto. Ella movea se stessa, e per la natura del lamento, pregava, ammolliva, chiamava il suo usurpatore bene; dolcemente lo persuadeva, lo guardava, e vibrava svisceratezze da gl'occhi; piangea con lacrime di fede; protestava che il cuore era l'altare, ove mai sempre ardea, fuoco d'immenso affetto; che lui era il Rè della gran regione de suoi pensieri, che perciö non l'abandonasse; seguitava con atti disperati con tutto furore, e tanto, che parea propriamente una furia arrabbiata; ma nominando in un passo la sua rivale, volse gl'occhi al cielo et esclamando ahahahh ! che sia maledetta. Tornò poi col cuore a segno, e del caso suo accagionando più l'ira de fati, che l'incostanza del suo caro finisce il lamento ch'ella tramortì.

c. Racconto a V.A.S. questo per una cosa insigne, perche non crederò di sentir mai cosi più bene, e più di Cuore rappresentata al vivo; cosa di stupore, ritene ognuno. Il Marchese ammutì, e se ben stava col labro suo ridente come suol per natura, mostrava nondimeno d'haver il suo cuor confuso, perche veramente il Cimento era stato grande, et insigne. Si alzò su la Romanina, furba che il tutto haveva benissimo inteso, e con un sforzo strapazzativo cantò un arietta in sprezzo della gelosia, una arietta ridiculosa, ma bene assai gentile, e la Donzella Rangoni arrabbiava; oh che gusto, oh chi potesse veder quei cuori! Queste cosinee si godono a Venetia Sereniss. Princ. e senza teatri ancora ogni cosa è Teatro; per che, dove si tratta di dolcezze, di piaceri, e de godimenti, Venetia ha rivi di Manna, Canali di miele, e Canal Grande pieno di Elixir vite. Il buono è che di quella dolcissima conversatione adesso l'istoria incomincia. Io pagherei la mia Arzetta, che è l'unica gioia ch'io ho, che V.A.S. potesse esserci presente. Vi è di male, che non vogliono quelle due cantar più insieme. Si aspetta la Sigra Lucretia Dolfina, e questa compirà il numero delle tre gratie.

23. MASSI , 6 JUNE 1674 (vol. 4, no. 627, f. 568)

Il Sig. Pietro Dolfino sta nella diligenza delli Palchi del Theatro di San Salvador, et godo di vederlo fuori de gl'impegni della sua opera, con la quale si procurava mille incomodi, e mille impegni, col frutto delle ordinarie censure, e di irreparabili passioni. Io non consiglierei mai niuno amico a mettersi a far Drammi a Venetia.

24. BEREGAN , 20 SEPTEMBER 1675 (vol. 1, no. 624, f. 180)

Es parsa fama, cheil S. Gratianino se ne venga prima del Carnevale in Italia—il che essendo vero, prendo ardire come emissario dell'A.V.S. tanto per mio nome, quanto per nome del S. Marchese Guido Rangoni di riverentemente supplicare la bontà di V.A.S. a restar servita d'impegnar il medesimo Sig. Gratianini che capitando à Venetia, e prima d'impegnarsi con alcun delli Teatri per la recita, faccia capo con mè, poiche dovendosi nel Teatro di S. Lucca recitar quest'anno un mio Drama sperarei di farlo spiccar maggiormente quando avessi questa parte.

25. BEREGAN , 17 NOVEMBER 1675 (vol. 1, no. 624, f. 181)

Suppilcai sino il passato Settbre con miei Eumilissimi caratteri la bontà di V.A.S. perche restasse servita di Commandare al S. Gratianini Cantante e Musico di V.A.S. che capitando in Venetia per questo prossimo Carnevale impiegasse la sua virtù nel recitare à S. Lucca un mio Drama intitolato l'Ottaviano Cesare Augusto, il quale con tutta pompa viene fatto recitare dal Sr Marchese Rangoni.


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Preferred Citation: Rosand, Ellen. Opera in Seventeenth-Century Venice: The Creation of a Genre. Berkeley:  University of California Press,  c1991 1991. http://ark.cdlib.org/ark:/13030/ft3199n7sm/