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Venice, Archivio di Stato:
Scuola grande di San Marco
I. FRANCESCO CAVALLI TO MARCO FAUSTINI , 23 JULY 1654 (b. 188: 14), facsimile in Jane Glover, "The Teatro Sant'Apollinare and the Development of Seventeenth-Century Venetian Opera" (Ph.D. diss., Oxford University, 1975)
Benche V.S. Eccma negga l'affetto c'hò sempre portato à lei, al suo Teatro, riverenzia insieme à gli Illmi interressati; Le fò sapere, come io ultimamente mi abboccai coll'Illmo Duodo; e frà le cose concertate assieme per frase nella scrittura fermo questi.
Che non si parlasse di far suonare quel 3º stromento, bastando solo la mia esibitione in Voce.
Che fatta la prima Recita mi fosse datto scudi d'Argento 100.
Che ogni 4 Recite mi fossero datto Ducati 50 fino all'interà sodisfattione delli Ducati 400.
Queste cose mi furno cortessissimamente promesse da detto Sre mà non attese poi nella scrittura ch'in vece di fornire (come l'appuntato) li scudi 100 la prima sera gli hà posti doppo la 3a sera. Li Ducati 50 in cambio delle 4 gli hà posti doppo le sei; onde io vedendo che non mi si manteneva in scritto, quel trato ch'in Voce mi s'era promesso, regolai detta scrittura, e si come esso Illmo Duodo sua l'havea mandata à me; Io la rimandai à esso Sre Covretta in questa forma, a ciò fosse sotto scritta, et ultimate queste righe, in cominciato sia questa quadragessma . Veggo però dalle longhezze di questo nego et della dilationi nel concludere, la poca stima che si fà della mia persona, che perciò un Mese fà mi licentiai (con una mia) dall'Illmo Duodo, mà per portar mi la anco più àllungo non vuolare accettarla onde pervenirne à un fine, scrivo questa à lei che servirà per tutta la Compaga e per informatione che se per tutto Dimani, che sara li 24 del Corrente non mi haveranno rissolto con la sotto scrittione alla scritta inviata, io mi dichiaro libero del trattato fin hora havuto insieme.
V.S. Eccma non havrà occasione di dolersi di me, mentre stà à loro Sri l'havermi; dichiarandomi pronto à servirli, mentre mi sij sotto scritta la scrittura, che non è stravagante, ma è confirm a del concerto predto : ne è variata in altro (nella forma del pagamento) che di due sere più, overo, dell'esborso delli 100 scudi et di una sera di meno, di questo delli Ducati 50 cosa che non sò credere che vi sij Cagioni di non mi contentare con una sodisfne di si poco momento. Serva però come ho detto questa per avviso, che s'io non riceverò da questa sotto scrittione per tutto mercoredi come sopra, m'intenderò fuori d'ogni obligatione con loro Sl E le b. la mano.
2. CAVALLI CONTRACT WITH FAUSTINI , 24 JULY 1658 (b. 194: 266-67), quoted in Quellentexte zur Konzeption der europäischen Oper im 17. Jahrhundert , ed. Heinz Becker (Kassel, 1981), p. 72
Sig.r . Cavalli debba per tre Anni prossimi poner in musica ogn'Anno, un Opera da Rappresentarsi nel Teatro di S. Cassiano, et ciò con li patti e' conditioni infra scritte.
Po . . . facendo a tutte sue spese far tutte le Copie et Originali che seranno necessarij.
2o . Che d.o Sig.r Cavalli sia tenuto et obbligato assister personaim.te a' tutte le prove che seranno necessarie come anco mutar parte, alterar, sminuir et aggionger quello fosse necessario nella musica et servitio dell'Opera secondo l'occorenze et emergenze che succedono in simili Occasioni.
3o . Non possa . . . nel corso did.ti 3 Anni poner in musica altra opere che s'havesero a recittare in questa Città cosi in Theatri Publici con pagamento come privati . . . senza il quale detti
Ill.mi et Compagni non sarebbero devenuti alla stipulatione della presente scrittura. Non resti però prohibito ad esso Sig.r Cavalli il poner in musica in d.o tempo Opere che fossero per recitarsi fuori della Città.
4o . Sij tenuto d.o Sig.r Cavalli sonar nell'Opera il P.o istromento ogni sera che si recitera. . . . Et all'incontro per recognitione delle soprad.te obligationi, detti Ill.mi et Compagno s'obbligano d'esborsar ogni Anno al d.o Sig.r Fran.co Cavalli D.ti Quatro Cento correnti da £6 ij 4 per ducato . . . fatta la p.a Recita gli sijno contati D.ti 150 et per il restante, ogni 5 Recite, D.ti 50 sino all'intero pagamento, dovendo però li detti D.ti 400 esserli pagati senza alcuna contraditione à tutti li modi ò siano poche ò molte le recite che si faranno dell'oppera.
3. CAVALLI TO FAUSTINI , 8 AUGUST 1662 (b. 188: 380), facsimile in Wolfgang Osthoff, "Cavalli," La musica 1 (Turin, 1966): 829.
a. Alle sue instanze . . . a quelle (a nome suo) fattemi dall'Ecc.mo Minato non ho potuto resistere, onde hò condisceso à compiacerla e servirla, col porre in musica l'opera si come ho sempre fatto, sebene havevo stabilito di non prendere più questo impaccio;
b. ma à questa affettuosa risolutne mi s'interpone un intoppo, posto però da V. S. e non da mè; perche ella vorrebbe due opere, et io per il poco tempo, non posso prometterglile, havendo anco altri miei interessi proprij, che mi tengono occuppato. . . . S'assicuri, che se il tempo me lo permetesse [non] risparmiarei fattica anco d'avvantaggio [ di acconten]tarla in tutto.
4. CAVALLI , CONTRACT WITH FAUSTINI , 29 JUNE 1667 (b. 194: 50), quoted in Bruno Brunelli, "L'impresario in angustie," Rivista iraliana del dramma 3 (1941): 334-35
Il Sig. Franco Cavalli s'obbliga di poner in musica con tutta diligenza, et applicazione un'opera all'Ecc.o Sig. Marco Faustini, che nel presente Anno deve rappresentarsi nel Teatro di S. Gio. e Paolo, dovendo assister alle prove et occorrendo anco aggiunger, alterare, et levare quelle cose, che lossero necessarie, et occorressero conforme alla sodisfazione d'esso Sig. Faustini, al quale doverano restare l'originali. All'incontro esso Sig. Cavalli . . . conseguirà dal d.o Sig. Faustini ducatti quattrocento cinquanta, ciascuno di lire sei soldi quattro per ducatto, quali gli saranno . . . pagati dal d.o Sig. Faustini le prime quattro recite.
5. PIETRO ANDREA ZIANI TO FAUSTINI , 25 JULY 1665 (b. 188: 82-83)
a. Mi pare che l'opera sia un poco secca particolarm.te solliloquij assai lunghi, come sterile di Canzonette. Vedrà che ho cavato anco qualche arietta di più del suo aviso per rallegrarla più che sia possibile ma dubito (se non la guarnisse di Arie) vogli buttar inseriora; lei sa l'uso hodierno, e li solliloquii così lunghi vengono abborriti da tutti sì che io l'aviso per tempo acciò si risolvi per il meglio. Io ho troppo in urto prima l'opera del Beregano che ha molto grido sì per esser nuova e desiderata, come perchè è in gran stima; e la Doriclea (e ben belliss.ma ) mà è opera vecchia e già sentita altre volte per la poesia, e veramente non mi pare che possa star a petto del Tito. . . .
b. Quanto poi al regallo che dice di farmi di 200 ducati per la mia fatica col movermi in Consideratione quello hebbi l'ultima volta per l'Amore Guerriero etc. . . . per haver fatto un Annibale in sei giorni, col espormi à cimenti così pericolosi, ho saputo far guadagnare a V. S. tanto che non solo ha pagate tutte le sue spese in un Anno, che egli sovrastava tanta Rovina ma ha saputo molto bene regalare tutti li musici, ed a me causa principale di tanto beneficio, non solo mi si è dato regallo, ma mi si levò 70 ducati del mio solito salario, e se bene non fu leila cagione di farmi operare, ma altri, tutto ciò lei hebbe il guadagno, ed io la lode come il Corvo ed altri il formaggio.
c. . . . Se lei paga un musico 150 e 100 doble l'uno, perche à un Maestro di nomina che è la prima careta di far comparire un opera, non se gli dovrà dare almeno ò l'equivalente ò poco meno?
6. ANTONIO CAVAGNA TO FAUSTINI , 17 OCTOBER 1665 (b . 188: 212)
Io resto molto confuso et perplesso nel sentire la compagnia che tiene così diversa da quello c'hammi di prima insinuato, non havendo Donne di credito et pochi homini, questo mi passa l'anima; in quanto alla mia parte havevo già pensato et trovato il loco in due patti dove si potea aggiongier senza alteratione una arietta . . . per altro poi io intendo di cantar sopra li instrumenti della orchestra accordati al giusto tono di Roma, e non più come ho fatto nella Statira, nel Teseo et altri, e questo per esser di maggior vantaggio alla mia voce, e lo dico io hora acciò niuno si lamenti di ciò.
7. CAVAGNA TO FAUSTINI , 2 NOVEMBER 1665 (b . 188:46v )
In quanto all'arietta di dolce foco io non trovo bene di riccantarla per esser cosa molto affettata et mendicata onde potra farlli fare una musica nova. L'aria io non la tengo ne meno.
8. SEBASTIANO CIONI TO FAUSTINI , 6 NOVEMBER 1665 (b . 188: 129-30)
La Signora Anna stuona. . . . Non la vogliono più sentire. . . . Signor Cavagnino resterà molto scandalizzato quando si vedrà a petto una Donna tale.
9. PIETRO DOLFIN TO FAUSTINI , 12 NOVEMBER 1665 (b . 194: 115)
Mi piacque [l'opera] per ogni rispetto (con la considerazione però d'esser à Verona) così la Sig.ra Anna rapresentante la parte di Romilda mi spiaque ad un [tal] segno, che mi riescì insoportabile, nè solo à me, ma à tutti chi erano con me, et à tutta l'assistenza dandogli ogni volta ch'usciva si può dire la subiata per il riso, che facevano ne' suoi trilli, et nelle sue cadenze. E' tanto odiosa, che lei sola è bastante di precipitar un'opera et tanto sgraziata che l'altra di Mantova, et Orsetta paiono angioli.
10. ZIANI TO FAUSTINI , 28 NOVEMBER 1665 (b . 188: 354)
Non hò più inteso che il S. Giuseppino, fratello del S.D. Giulio Cesare, faccia il Contralto come lei mi significa per il restante della parte d'Euristo che doverà esso recitare. Ne hò parlato perciò col sud: S.D. Giulio e m'ha appunto risposto che ciò gli pare impossibile, mentre lui ha sempre cantato il sop.o ; che ben è anco vero che tal Volta cantò il contralto, che potrebbe essere che di nuovo gli fosse venuto questo pensiero di cantarlo, onde non partirò dal suo ordine, e gli scriverò que poco che avanza in contralto. Devo dirle che la parte del Nocchiero e di Lerilda nella prima scena del 3.o Atto non è stata da V.S. assignata per chi la dovrà recitare, che perciò io per non perder tempo ho messa la parte del Nocchiero in Basso per D. Giacinto, che mi pare proprio (tanto più che ha pochis.ma parte) e quella di Lerilda l'ho posta per un soprano che vedo ne ha d'abondanza. Resta solo che anco V. S. mi avisi (se pure sarà in tempo) la parte nel 3.o Atto per la Vecchia Clipea, che non la vedo notata nella destinatione delle altre parti che io penso in tanto (per non perder tempo) di porla per il Sig.r Antonio da Murano che fa la parte di Idiotea che osservo non comparisce in Scena un tempo fà. . . . V.S. osserverà ne la scena 12 del 2.o Atto la Cantata in forma di lamento d'Alciade, Più per me non vi è contenti , che è la mia favorita per il S. Cavagnino, che stimo portera il Vanto di tutto il resto, put che sia cantata adasio e le Viole discrete, e qui place tanto à S.M. che ne ho fatto copia e aggionte parole per non perderla.
11. ZIANI TO FAUSTINI , 9 MAY 1666 (b . 188: 279)
a. Può rengraziar il Cavalier Beregano quella Virtuosa da Roma che ha sostenuta la sua opera che del resto il Tito era ito. Per il verso non se può aggiungere, ma per l'intrecchi è stato pochissimo stimato et il Pompeo molto più per la Grandezza e Pompa nella scena che qui viene predicata per singolarissima e anche più di San Gio e Paolo.
b. Prego Dio gli dia buona fortuna, e si come io prego Dio di accomodar ben bene i fatti miei per non più faticare in simili materie, così loderò sempre il Signor Cavalli à rinunziar le armi al Tempio mentre non altro che l'età, e le comodità le rendono di poca sodisfatione. Lui è gran Virtuoso e sarà anco maggiore quando che non havendo lui dibisogno di faticare volontariamente si ritirerà.
12. ZIANI TO FAUSTINI , 12 JUNE 1666 (b . 188: 268)
Quando io veda V. S. sola a recitare in Venezia, dirò sarà la prima volta, ma non lo credo. Se fosse direi (V. S. mi scusi) che in Venezia tutti li matti fossero divenuti savii. Si racordi che anco lei haveva fatto voto di non più impegnarsi etc. Il teatro di S. Salvatore fu fatto in un tempo che lei doveva esser sola per ogni rispetto e questo sempre farà contraposto al Grimano. È troppo un bel gioiello, se Marco Mozzoni havesse hauto buona direzzione, e compagnia fedele etc. Non haveria totalmente perso, se bene sono informato che il suo male non è tanto quanto vien fatto.
13. GASPARO ORIGO TO FAUSTINI , 2 OCTOBER 1666 (b . 188: 292)
Mi ha detto che ottima resolutione farebbero a far recitare in loco di questa l'Argia o l'Alessandro, e che quando si risolvessero di far recitar l'Argia la Sig.ra Giulia s'obligarebbe, che l'Apolloni autor dell'Opera gl'aggiungerebbe e leverebbe tutte le scene che volessero . . . solo gli dico che mutandosi Opera, levarebbe ogni dubbio della parte, tanto più che la Sig.a Giulia molto è inclina havendo l'essempio di ciò che fece la Rosilena.
14. FAUSTINI TO GASPARE ORIGO , [?] OCTOBER 1666 (b . 188: 294-95)
Tutte due l'opere sono del Sig. Gio: Faustini di felice memoria mio fratello, che morì 1651 in età giovenile di anni 30. [sic ] et che ha stampato et faro recitare 14 opere [tutte composte in musica dal Signor Cavalli et dal Signor Ziani] & che fù amirabile nell' inventione [et dalle quali tutti questi Sig.i che sin hora hanno in questa città faro opere hanno rubbato l'inventioni bellissime di esse] et che vengono quasi ogn'anno recitate nelle principali Theatri musicali d'Italia; onde consideri V.S. Ill.ma se Io sono per tralasciare di far rappresentare queste, che sono da lui state lasciate per predilette et promesse nelle sue stampe per far rappresentare l'Argia et Ales.o opere già fate et viste in Venetia; . . . la prima d'Alciade fù stata lasciata . . . in tutto perfettione; la seconda intitolata il Tiranno humiliato d'Amore meno perfetto. Sarea indecenza toccare in alcuna parte il belliss.mo soggetto; ho fato fare l'atto primo dall'Ill.mo Beregano, et più non havendo lui potuto continuare il 2.o es 3.o [no date] a soggetto [valorosi.] valoroso, che molto bene hà inserito [nel genio] della [ . . . ?] onde l'opera sarà amirabile per ogni rispetto. Sono stato troppo prolisso con questa parte, ma si scuserà, perchè son troppo interessato nel [fare rappresentare] l'opere d'un mio fratello, inalzate al magior segno da tutti che le ha sentite, et per orazione delle quali ho pigliato il Teatro.
15. CORESI TO FAUSTINI , 3 NOVEMBER 1666, (b . 194: 14), quoted in Brunelli, "Angustie," pp. 333-34
Circa al prologo che V.S. mi manda sono quattro parole e ben corte, però la prego con tutto l'affetto dell'Anima a non me lo far fare, perchè non havendo io mai fatto prologo non voglio ne ancora cominciare, e questa parte è una parte che ogn'uno la puol fare.
16. CAVAGNA TO FAUSTINI , 14 [NOVEMBER ] 1666 (b . 188: 37)
Due cose sole mi spaventano, l'una, di dover cantar con la Maschera da Moro, cosa non più usata da me, et non mai compresa che doppo haver letto il terzo atto; l'altra dover cantar in mezo di due angioli, la Sig.ra Antonia et la Sig.ra Giulia; la canzonetta che mi manda per agionta mi scusi chi 1'à fatta, è per un contralto et non per Soprano, et molto diferente dalla maniera del Sig.r Ziani, onde mi contentarò cantare il duetto et che la Sig.ra Giulia canti la sua canzone sola.
17. CORESI TO FAUSTINI , 13 JUNE 1667 (b . 188: 164)
a. Mi pare che nel principio ci sia di gran dicerie, come sarebbe nella scena quarta dell'atto secondo, dove dice (Piange Olinda), la quale è una diceria che non puol mai far bel sentire, che, come sà, a Venezia bisogna sfuggirle.
b. Nella scena seconda dell'atto terzo vi è una canzona, la quale comincia (Ride il core), la quale non val niente essendo già stata vista dai primi virtuosi di Roma, però o V.S. la faccia mutar lei o vero la farò mutar io, non havendo io altra fine se non che mia moglie quest'anno si faccia honore, però bisogna che lei si contenti che la parte si accomodi dove è bisogno, che così resterà V. S. ben servita e noi sodisfatti. . . .
c. Mi favorisca presentar l'inclusa al Sig. Francesco Cavalli, al quale io dico dove arriva mia moglie acciò egli possa ben favorirla.
18. GIUSEPPE DONATI TO FAUSTINI , 23 JULY 1667 (b . 188: 174)
Dal Sig. Coresi mi vien dato per parte sua una lettera come anco la parte di Merpe dove la trovo sattisfattione, ma per esser un poco troppo alta bisogna accomodarla però in qualche loco si che per non far torto al compositione di essa; senza [il suo] consenso non la moverò ma per esser cosa di poco momento credo sia per contentarsi non ne havendo di bisogno solo che nelle cadenze avezo in certi luochi che stà ferma nel alta dove senza muovere il Basso continuo si puol accomodare che non perdi la sua solita armonia, si che senza suo avviso non moverò nulla acciò conoscha ch'io non pretendo di mettere le mani ore non mi tocca.
19. CORESI TO FAUSTINI , 13 AUGUST 1667 (b . 188: 169), quoted in Brunelli, "Angustie," p. 337
Ho ricevuta la parte di Caristo, quale rimando a V.S. in dietro perchè non è parte da mandare a dun pari mio . . . e se l'anno passato pigliai detta parte fu perchè lei non me ne dede altro che una scena, ma adesso che l'ho vista tutta, hò scoperto la poca stima che lei fa di me . . . però, V.S. mostri questa parte a Venezia, che vedrà che è una parte da darla al minimo straccion che sia tra i musici.
20. CORESI TO FAUSTINI , 27 AUGUST 1667 (b . 188: 166), quoted in Brunelli, "Angustie," p. 338
Io sempre gli ho detto che non mi curo di recitare come non hò parte da farmi honore, e per esser le parti da farsi honore non basta l'haver quantità di versi, che se fussero mille versi tutte botte e resposte, queste non si chiamon parte bone, già che lei ò non lo conosce ò non 1o vol conoscere; non vi essendo in quella parte nè anche una riga di canzona.
21. CORESI TO FAUSTINI , 10 SEPTEMBER 1667 (b . 188: 167)
Nel terzo atto non'ci ha altro che seconda e terza scena, onde mi pare impossibile che non ce ne sia d'altra, però avverta non haverne lasciata qualche scena, perchè ella finisce con quel duo che dice: "vincerai-vincerò" e poi quella canzonetta che è chiusa dell'opera.
22. FAUSTINI TO GRIMANI BROTHERS , 15 DECEMBER 1667 (b . 188: 199-200)
[che] i detti Illmi Grimani . . . habbino facoltà libera di far recitare in esso [SS. Giovanni e Paolo] l'opera del Meraspe di già principiata, e proseguirla per tutte quelle recite che stimeranno più proprie senza ingerenza alcuna di esso S. Faustini, dovendo tutto l'utile che se ne ricaverà così di bolettini come de Scagni, cedere solo a loro benefitio. E' di più anco possano fare rappresentare d'altra opera dell'Eliogabalo composta dal S.r Aurelio Aurelli o altra, che fosse di loro sodisfattione.